Mobbing: il cattivo? Un narcisista paranoide e delirante
MOBBING: IL ‘CATTIVO’? UN NARCISISTA PARANOIDE E DELIRANTE
IN UN LIBRO IL RITRATTO DEL MOBBER
Roma, 24 mar. (Adnkronos Salute) – Narcisista ”terminale”, impermeabile all’esistenza degli altri, in preda a fantasie di successo, potere, fascino e bellezza ”illimitati”: in poche parole, un uomo con seri problemi. Questo e’ il ”mobber”, chi cioe’ vessa i propri sottoposti o colleghi per scopi che in superficie sono di potere ma nascondono motivazioni psicopatologiche piu’ profonde, che arrivano al sadismo praticato per il proprio piacere anche fisico. Un libro di prossima pubblicazione (”Mobbing: la faccia impresentabile del mondo del lavoro”, a cura degli psicologi Alessandra Menelao, Mariella Della Porta e Giacomo Rindonone, per i tipi di Franco Angeli) traccia per la prima volta il ritratto del ”cattivo” sul luogo di lavoro; una figura, avvertono gli autori, sempre piu’ in agguato negli uffici: ”di fronte al ‘capitalismo del caos -scrivono-, cioe’ mercati globali caratterizzati da grande incertezza e da un livello molto elevato di competizione tra i lavoratori”, le aziende reagiscono ”provocando mobbing”.
Ma chi e’ il ”mobber” tipico? Secondo gli autori, che hanno condotto osservazioni sul campo e scandagliato la letteratura scientifica, il ‘cattivo’ ha ”una personalita’ psicopatologicamente disturbata”, che si manifesta come ”disturbo narcisistico di personalita”’, evidenziato dalla presenza di almeno cinque su nove delle seguenti caratteristiche: senso grandioso di importanza (esagera risultati e talenti, si sente superiore senza alcuna motivazione); assorbito da fantasie illimitate di potere, successo, bellezza, fascino; crede di essere speciale e unico e di poter frequentare ed essere compreso da persone speciali come lui o di classe elevata; pretende ammirazione; sente che tutto gli sia dovuto; si approfitta degli altri per i propri scopi; incapace di riconoscere i sentimenti e le neccessita’ degli altri (mancanza di empatia); invidioso degli altri o convinto che sia invidiato; infine, mostra con piacere comportamenti arroganti e presuntuosi. (segue)
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